Traversata Bormio-Livigno
17 Marzo 2024
Non una competizione ma un semplice suggerimento a venire a visitare il nostro territorio.
Itinerario con partenza dal Forte di Oga (1710 m) e con arrivo a Livigno (1816 m), dalla durata di 1-2 giorni e con dislivello positivo dai 2600 ai 2850 metri.
Itinerario con partenza da Sant'Antonio di Scianno (1650 m) e con arrivo a Livigno (1816 m), dalla durata di 1 giorno e con dislivello positivo di 1050 metri.
Itinerario con partenza da Fusino (1250 m) e con arrivo a Livigno (1816 m), dalla durata di 1-2 giorni e con dislivello positivo di 1950 metri.
Itinerario con partenza dal Forte di Oga (1710 m) e con arrivo a Livigno (1816 m), dalla durata di 2 giorni e con dislivello positivo di 2700 metri.
Itinerario con partenza da Sant'Antonio di Scianno (1650 m) e con arrivo a Livigno (1816 m), dalla durata di 1 giorno e con dislivello positivo di 1750 metri.
Itinerario con partenza da Arnoga (1880 m) e con arrivo a Livigno (1816 m), dalla durata di 1 giorno e con dislivello positivo di 1200 metri.
L’Alta Valtellina è territorio di scialpinismo: sulle montagne che si snodano tra Bormio e Livigno ciascuno può liberamente scegliere di tracciare la propria linea con gli sci d’alpinismo (ma anche a piedi, in estate), al cospetto della Cima Piazzi che domina imponente tutto il territorio della Valdidentro da un lato e della Val Grosina dall’altro.
La Traversata Bormio-Livigno non è una competizione ma un semplice suggerimento a venire a visitare il nostro territorio.
L’unicità del territorio dell’Alta Valtellina è racchiusa tra le sue montagne. Preparati ad un viaggio mozzafiato, tra pendii dolci e varianti ad alto contenuto tecnico.
Rivivi le emozioni delle precedenti edizioni
Unisciti a noi, compila il form. Indica se preferisci muoverti in autonomia oppure essere accompagnato da una guida alpina. Se consideri di effettuare la Traversata in due giorni, accompagnato dalle nostre guide, comunicacelo entro il 25 febbraio per ottimizzare la prenotazione nei rifugi.
Contatti Guide Bormio: +39 351 8895411 / info@guidebormio.com
Le iscrizioni terminano il 10 marzo 2024.
Forte di Oga ( 1710) – Malga di San Colombano (m 2220) – Corno di San Colombano (m 3022) – Bivacco Ferrario (m 2310) - Dosso delle Pecore ( m 2440) – ponte sul fiume Viola (m 1890) – Baite Funera (m 2240) - Colle delle Mine (m 2800) – Pizzo Filone (m 3133, facoltativo) - Alpe Mine (m 2140) – Livigno (m 1816)
Dal Forte di Oga si risale la strada forestale sulla sinistra, adiacente a piste e parcheggio. Dopo un paio di chilometri è consigliato abbandonarla a favore delle evidenti tracce nel bosco che conducono all'incrocio con le piste da sci che attraversiamo per prendere immediatamente l'altra evidente traccia nel bosco sulla sinistra per le vicine baite di Sposina Alta e da qui poi di nuovo sulla pista da sci che dobbiamo risalire a bordo fino alla Malga di San Colombano. Da qui sempre a bordo pista ci si addentra verso la valle del San Colombano quando in prossimità dell'impianto di risalita vediamo aprirsi a sinistra un'ampia vallata.
La si risale sulla destra orografica superando diversi dossi fino a vedere la piramide del Corno di San Colombano stagliarsi di fronte a noi sullo sfondo. Puntiamo verso di essa e a questo punto le possibilità di risalita sono due. Dal versante sinistro seguendone circa la cresta con tratti a piedi, non difficili. Oppure dalla cresta di destra, per itinerario di simile difficoltà. Da questo lato è facilmente possibile iniziare la discesa senza raggiungere la vetta. Dalla vetta è possibile scendere leggermente sul versante Est su buona pendenza ed aggirando la vetta con un traverso, guadagnare la Val Lia da dove inizia la discesa vera e propria senza percorso obbligato.
Cercando man mano che si perde quota di portarsi verso la sponda opposta che dobbiamo poi rimontare con le pelli per andare a guadagnare una sorta di piana in leggera discesa ai piedi del ghiacciaio della Cima Piazzi che percorriamo fino al bivacco Ferrario. A breve ci troviamo a dover rimettere le pelli per risalire al Dosso delle Pecore. Da qui senza percorso obbligato si scende in val Verva e si prende la strada che conduce fino al ponte sul torrente Viola. Si risale la strada innevata per alcune centinaia di metri per poi prendere al bivio verso destra guadagnando le baite soprastanti e da qui la strada della val Viola. La si risale fino a trovare sulla destra il sentiero nel bosco per l'Alpe Funera e il Colle delle Mine. Dopo un tratto nel bosco ci si porta sulla sponda sinistra e si imbocca la Val Minestra, superando le baite dell'Alpe. La valle pian piano si apre e dinnanzi a noi si intravede verso Ovest il Colle delle Mine, raggiungibile seguendo la linea più agevole e sicura.
Per chi volesse è da qui possibile in circa 30' raggiungere la vetta del pizzo Filone risalendo in direzione Nord la valletta che conduce verso una selletta alla cui base diventa visibile in direzione Est il pendio che porta direttamente alla vetta. Diversamente è possibile risalire il pendio ovest che conduce ai piedi della breve e facile cresta Sud e da qui alla vetta. Dalla cima è poi possibile, con neve ben assestata, scenderne direttamente il pendio Ovest che conduce al fondovalle delle Mine. Per chi non volesse guadagnare la cima dal colle, senza percorso obbligato, si ridiscende la valle in direzione Nord fino a guadagnarne il fondovalle dove inizia un lungo tratto con pendenza quasi nulla che conduce al Baitel del Grasso degli Agnelli e da qui seguendo la strada estiva all'Alpe delle Mine superando una leggera salita. Sempre in leggera discesa, ora costante si percorre tutta la valle delle Mine.
Giunti ai tornanti in prossimità delle Tresenda è possibile scendere sulla strada per prendere il bus per Livigno oppure la pista da fondo. Diversamente è possibile dai tornanti senza scendere nel fondovalle imboccare il sentiero che porta verso Livigno e chiudere con un tratto di alcuni km di sci escursionismo quasi pianeggiante fino a Livigno.
Rivivi le emozioni delle precedenti edizioni
Sant'Antonio di Scianno (m 1650) – Case Vezzola (m 2090) – colle di Lago Nero (m 2640) – Baite di Pila (m 2050) – Baite Isola ( m 1950) – Passo Eira (m 2210) – Livigno (m 1816)
Dal parcheggio di Sant'Antonio di Scianno imbocchiamo la strada forestale che, con alcuni tornanti nel bosco alternati a tratti panoramici, ci porta fino al congiungimento con la Decauville.
Presa la Decauville la seguiamo per un paio di km fino al bivio per la Val Vezzola, che imbocchiamo dove inizia la salita. Sempre su strada raggiungiamo le Case di Vezzola e ci addentriamo nella vallata pianeggiante. Teniamo sempre il fondovalle e la sinistra orografica fino a giungere presso un altro gruppo di baite. Qui con un po' di attenzione a seguire la linea più favorevole ci portiamo sulla sponda opposta della valle che si stringe improvvisamente (con certe condizioni di abbondante innevamento e manto nevoso stabile è possibile anche risalire direttamente il greto del torrente). Dopo un tratto a mezzacosta giungiamo nei pressi della bocchetta Trelina dove la vallata si apre in maniera decisa. Manteniamo sempre la direzione di marcia e seguiamo il corso del torrente. Ci portiamo nuovamente sulla sponda sinistra rispetto alla valletta creata dal torrente e proseguiamo secondo la linea di minor pendenza superando alcuni dossi, con un po' di attenzione a possibili accumuli da vento.
Anche qui in condizioni di manto assestato è possibile risalire direttamente e senza difficoltà la valletta dove scorre in estivo il torrente. Passiamo, probabilmente senza accorgercene, accanto al lago Nero e da lì superando un ultimo tratto in leggera salita raggiungiamo finalmente il punto di scollinamento. Tutt'altro che netto. Qui è comunque possibile togliere le pelli oppure, per chi volesse, raggiungere velocemente la vetta del monte Rocca alla nostra sinistra. Aggiungendo poco meno di 200 mt di dislivello. Tolte le pelli, senza direzione obbligata, iniziamo la discesa, in direzione NORD, puntando sempre verso il monte Crapene che svetta su Trepalle sullo sfondo. In questa prima parte di discesa normalmente le opzioni sono 3, seguire la dorsale sulla sinistra. Scendere lungo i numerosi dossi senza linea obbligata. Oppure portarsi via via verso Nord per poi tuffarsi in val Pila.
Le prime due sono le più dirette in quanto congiungendosi prima del rado bosco sopra le Baite di Pila vi giungono direttamente in discesa da qui, su prati, alle Baite di Isola. La terza possibilità è leggermente più complessa poichè giunti sul fondovalle della Val Pila è poi necessario risalire a piedi il breve tratto per le Baite di Pila oppure spingendosi con le racchette sul lato destro orografico portarsi direttamente alle sottostanti baite di Isola. Qui è necessario ripellare, su ampi prati e senza direzioni obbligate. Puntanto via via verso sinistra, verso la strada e verso il passo d'Eira che via via si intravede. Da qui ci si lancia nuovamente in discesa andando a guadagnare le piste o per chi conoscesse la zona il bosco adiacente giungendo velocemente a Livigno presso il ponte di Bondio o alle case di Pemont rispettivamente.
Rivivi le emozioni delle precedenti edizioni
Fusino (m 1250) – Eita (m 1700) – Passo di Verva (m 2300) – Baite di Verva (m 2110) – Cima del Bosco (m 2300) – Rifugio Dosdè (m 2130) – Baite Funera (m 2240) – Passo delle Mine (m 2800) – Livigno (m 1816)
Dopo aver raggiunto la Frazione di Fusino in Valgrosina proseguiamo, ignorando la strada per Malghera a sinistra, fino in corrispondenza del ponte sul Roasco dove spesso è necessario abbandonare l'auto. Dalla fine dell'abitato di Fusino proseguiamo, senza attraversare il ponte, sulla sponda destra della vallata percorrendo una piana e seguendo la vecchia strada sterrata che conduce fino a Eita, facendo attenzione ad alcuni bivi e a non prendere le diramazioni che scendono o salgono, comunque segnati.
Raggiunto l'abitato di Eita, proseguiamo lungo la strada innevata per il passo Verva. Questo tratto sciisiticamente un po' monotono è tuttavia intriso del piacere di trovarsi fuori dagli itinerari comuni, in un ambiente comunque di tutto rispetto. Al passo Verva inizia la discesa, che in realtà, salvo in presenza di neve dura, discesa non è. Ci troviamo quindi a perdere quota lentamente seguendo la vallata senza direzione obbligata. Ad un certo punto ci troviamo costretti a dover riprendere la costa sinistra della vallata, proseguendo lungo la strada forestale, probabilmente innevata ed irriconoscibile. Dobbiamo perdere ancora un po' di quota per giungere nei pressi delle prime baite dove ci troviamo di fronte a due possibilità. Seguire in discesa la strada del passo Verva, che viene normalmente battuta dal gatto, fino al ponte sul torrente Viola e da qui raggiungere in mezz'ora l'Agriturismo Caricc sul fondovalle. Oppure risalire i pendii dapprima attraverso un'area boschiva e poi procedendo su dossi innevati che culminano sulla docile cima del bosco di Selva.
Dopo uno sguardo al panorama, tolte le pelli, ci portiamo in discesa su pendenze molto lievi in direzione SO. Traversando sotto i pendii della cresta e Pizzo di Selva. La vetta del Picogn pian piano si fa sempre più imponente dinnanzi a noi e la vallata di Dosdè comincia a mostrarsi. Ad un certo punto i pendii cominciano ad impennarsi sotto di noi e seguendo un canale o le sue dorsali possiamo finalmente gustarci alcune belle curve. Puntiamo ora il rifugio Federico Dosdè che senza grande fatica raggiungiamo. Dopo aver pernottato (il rifugio è aperto da marzo), al mattino procediamo in direzione Sud per prendere la traccia di discesa verso l'Agriturismo Caricc. Addentrandoci in un tratto di bosco per poi arrivare sui prati nei pressi dell'Agriturismo, visibile sul lato opposto della valle lungo il torrente Viola. Senza perdere troppa quota discendiamo lungo la valle tenendoci il più possibile a mezza costa, magari prendendo la traccia della motosilitta, fino a giungere ad un ponte dove possiamo agevolmente passare sulla sinistra orografica della valle. Qui proseguiamo quasi in piano seguendo la strada innevata che a breve comincia a salire e con un paio di tornanti ci porta alla strada soprastante della Val Viola.
Qui proseguiamo in lieve discesa verso destra fino in corrispondenza di un cartello sul lato opposto della strada che indica il sentiero estivo per le Baite di Funera ed il passo delle Mine. Risaliamo nel bosco seguendo il certo non evidente sentiero estivo per poi, dopo aver guadagnato leggermente quota, addentrarci nella val Minestra che rimane alla nostra sinistra ben evidente. Arriviamo ad un bel ponte di legno e quindi alle baite. Ci addentriamo nella val Minestra fino a vedere dinnanzi a noi la conca delimitata dal passo o colle delle Mine. Lo puntiamo senza direzione obbligata, cercando di evitare le sponde più ripide. Dal colle il panorama si apre sulla valle delle Mine. A sinistra la parete Nord del Pizzo Zembrasca, a destra la cresta meridionale del Pizzo Filone ( volendo da qui raggiungibile, vedi itinerario 1) e di fronte il Corno di Capra e la sua dorsale.
Senza direzione obbligata ci lanciamo in discesa, sempre rimanendo sul lato destro della vallata fino a guadagnarne il fondovalle dove inizia un lungo tratto con pendenza quasi nulla che conduce al Baitel del Grasso degli Agnelli e da qui seguendo la strada estiva all'Alpe delle Mine superando una leggera salita. Sempre in leggera discesa, ora costante si percorre tutta la valle delle Mine. Giungi ai tornanti in prossimità delle Tresenda è possibile scendere sulla strada per prendere il bus per Livigno oppure la pista da fondo. Diversamente è possibile dai tornanti senza scendere nel fondovalle imboccare il sentiero che porta verso Livigno e chiudere con un tratto di alcuni km di sci escursionismo quasi pianeggiante fino a Livigno.
Rivivi le emozioni delle precedenti edizioni
Forte di Oga (m 1710) – Malga San Colombano (m 2220)– Chiesa di San Colombano (m 2480) – Alpe Boron (m 2060) – Agriturismo All (m 1530) – Arnoga (m 1880) – Baite Funera (m 2240) – Passo di Vallaccia (m 2610) – Case della Vallaccia (m 2080) - Monte della Neve (m 2780) – Livigno (m 1816)
Dal Forte di Oga si risale la strada forestale sulla sinistra adiacente a piste e parcheggio. Dopo un paio di chilometri è consigliato abbandonarla a favore delle evidenti tracce nel bosco che conducono all'incrocio con le piste da sci che attaversiamo per prendere immediatamente l'altra evidente traccia nel bosco sulla sinistra per le vicine baite di Sposina Alta e da qui poi di nuovo sulla pista da sci che dobbiamo risalire a bordo fino alla Malga di San Colombano. Da qui sempre a bordo pista ci si addentra in piano verso la valle del San Colombano fino a raggiungere l'impianto di risalita del Dosso la Pone.
Qui procediamo nuovamente in salita lambendo la pista e risalendo i vari dossi innevati allontanandoci via via dalle piste per puntare alla chiesetta di San Colombano poco visibile dal pendio sottostante e posizionata in prossimità dell'ampia sella ai piedi del Pizzo Borron. Dalla chiesetta di San Colombano iniziamo la discesa verso la Val Lia in direzione O inizialmente su ampi prati e poi tra radi boschi giungendo poi sulla strada per l'Alpe Borron. Da qui, dopo aver ripellato, seguiamo la strada che brevemente conduce al piccolo gruppo di baite di Boron oltrepassate le quali, in leggera discesa, si porta oltre il torrente guadagnando il versante opposto della vallata. Per alcuni km la seguiamo procedendo in falsopiano immersi nel magnifico bosco di conifere in direzione della valle di Cardonè fino a raggiungere un piccolo ponte sul torrente omonimo.
Oltrepassato questo si procede seguendo il sentiero estivo che porta in val Verva. In prossimità di un ampio spiazzo prativo inizia la discesa nel bosco per guadagnare il fondovalle. Qui non esistono chiari punti di riferimento, ma va puntata un'area di bosco rado per evitare di ritrovarsi in tratto di bosco fitto e irto. In prossimità del fondovalle dev'essere individuato il ponte sul Viola che permette di portarsi sul lato opposto della valle e discendendola ulteriormente arrivare all'area abitata dove rimane l'Agriturismo dell'All. Da qui si risale, a piedi, la strada fino a raggiungere la statale che porta al passo del Foscagno. La si attraversa e seguendo una strada forestale si risale fino alla Decauville. La strada sterrata completamente pianeggiante che conduce, a sinistra, ad Arnoga. Qui si tolgono gli sci per duecento metri e in corrispondenza del tornante sulla statale si imbocca la strada innevata che si addentra nella valle per alcuni km in leggerissima salita fino ad arrivare dopo circa 3,5 km al sentiero estivo che si stacca sulla destra nel bosco e porta alle baite di Funera in Val Minestra. Lo si segue fino a guadagnare velocemente la vallata che si apre via via in maniera più decisa.
Di fronte a noi i pendii che portano al Colle delle Mine, mentre a destra, più nascosto, il nostro passo della Vallaccia che guadagnamo senza grosse difficoltà. Da qui una facile discesa su ampi pendii ci permette di guadagnare il fondovalle dove siamo costretti a spingere con le racchette per raggiungere il ponte e la veloce risalita alla Baita di Vallaccia (m 2167). Già qui è possibile rimontare i pendii soprastanti puntando le antenne del Monte della Neve. Diversamente è possibile seguire la strada innevata, normalmente battuta, fino alle successive Case della Vallaccia (m 2080). Dal monte della Neve seguando le piste oppure, per i più esperti, attraverso il bosco ed alcuni possibili canali è possibile scendere velocemente a Livigno.
Rivivi le emozioni delle precedenti edizioni
Sant'Antonio di Scianno ( 1650) – Case Vezzola (m 2090) – Dosso Resaccio (m 2720) – Colle Lago Nero (m 2650) – Baite Isola ( m 1950) – Monte Crapene (m 2430) – Livigno (m 1816)
Dal parcheggio di Sant'Antonio di Scianno imbocchiamo la strada forestale che con alcuni tornanti nel bosco alternati a tratti panoramici ci porta fino al congiungimento con la Decauville. Qui proseguiamo in salita, sempre seguando la forestale, in direzione Val Vezzola. Dopo un ultimo tratto in parte nel bosco raggiungiamo le prime baite, dove si apre dinnanzi a noi l'ampia piana di Vezzola. Dopo aver oltrepassato le prime baite ci portiamo verso il torrente che oltrepassiamo grazie ad un ponte. Procediamo ora sulla destra orografica andando via via a raggiungere, senza percorso obbligato e superando alcuni brevi saliscendi, le pendici del Dosso Resaccio.
Iniziamo quindi, sempre senza percorso obbligato, a risalirne i pendii su pendenze mai eccessive con il panorama della Valdidentro, dominato dalla Cima Piazzi che si erge maestosa alle nostre spalle. Raggiunta facilmente la vetta (m 2720) togliamo le pelli e dopo un breve tratto sulla linea del crinale ci tuffiamo in discesa dai pendii settentrionali. Il pendio non è lungo, ma molto divertente. Laddove la pendenza va scemando senza raggiungere il fondovalle iniziamo a puntare verso Est, verso le pendici rocciose orientali del monte Rocca. Rimesse le pelli risaliamo i dossi nevosi lambendo le aree rocciose soprastanti fino a giungere, dopo aver suparato alcuni dossi facendo attenzione a possibili accumuli da vento, ai bordi del lago Nero innevato e probabilmente irriconoscibile.
Da qui un ultimo breve sforzo e su pendenza molto lieve giungiamo ad un'ampia sella che quasi in piano ci permette di guardare ora verso la vallata di Trepalle con i monti di Livigno a chiudere l'orizzonte. Per chi volesse da qui è facilmente raggiungibile, quasi interamente sci ai piedi, la vetta rocciosa del monte Rocca che svetta alla nostra sinistra. Oppure è possibile togliere le pelli e lanciarsi in discesa.
Qui vedi parte itinerario 3) : Tolte le pelli, senza direzione obbligata, iniziamo la discesa, in direzione nord, puntando sempre verso il monte Crapene che svetta su Trepalle sullo sfondo. In questa prima parte di discesa normalmente le opzioni sono 3, seguire la dorsale sulla sinistra. Scendere lungo i numerosi dossi senza linea obbligata. Oppure portarsi via via verso Nord per poi tuffarsi in val Pila. Le prime due sono le più dirette in quanto congiungendosi prima del rado bosco sopra le Baite di Pila vi giungono direttamente in discesa da qui, su prati, alle Baite di Isola. La terza possibilità è leggermente più complessa poichè giunti sul fondovalle della Val Pila e poi necessario risalire a piedi il breve tratto per le Baite di Pila oppure spingendosi con le racchette sul lato destro orografico portarsi direttamente alle sottostanti baite di Isola. Qui è necessario ripellare, su ampi prati e senza direzioni obbligate.
Ci troviamo quindi a risalire i pendii Orientali del monte Crapene, tra i prati e la graziose baite abitate tutto l'anno di Trepalle. Raggiugiamo quindi la dorsale del monte Crapene, dove passa la strada innevata delle motoslitte. Da qui è possibile portarsi verso i pendii occidentali e iniziare la discesa per ampi prati e poi un bosco di larici seguendo le paline appositamente posizionate e che conducono fino alla latteria. Altrimenti, con breve sforzo aggiuntivo è possibile risalire la dorsale senza percorso obbligato oppure seguendo le paline e la traccia sul lato occidentale livignasco, raggiungendo cosi la facile vetta del monte Crapene (m 2430). Da qui seguendo le paline prima su ampi prati e poi attraverso il lariceto sottostante si raggiunge finalmente Livigno.
Rivivi le emozioni delle precedenti edizioni
Arnoga (m 1880) – Baite Sattarona (m 2200) – Bocchetta del Corno la Resa (m 2830) – Passo della Vallaccia (m 2610) – Case della Vallaccia (m 2080) – Ponte del Rez (m 2020) – Colombina (m 2100) – passo Eira (m 2210) – Livigno (m 1816)
Da Arnoga prendiamo la strada innevata che in leggera salita ci porta dentro la valle e la seguiamo per quasi due km. In corrispondenza di una salita vediamo staccarsi sulla destra una strada forestale con indicazione per le baite Sattarona. La prendiamo e con alcuni tornanti nel bosco alternati a tratti di bosco più rado giungiamo alle baite citate al limite del bosco. Dopo averle oltrepassate procediamo a mezza costa attraversando ampi pendii fino a portarci nella valle dove rimane il Corno la Resa. La vetta che chiude a Ovest la dorsale del più alto Monte Forcellina.
Puntiamo quindi verso la sella a destra della vetta, su pendenze che diventano elevate e meritano attenzione nel tratto finale, il più delicato. Dalla sella seguendo circa la dorsale innevata o aggirandola leggermente verso Nord è possibile, spesso sci ai piedi, raggiungere la vicina vetta. Ora qui ci tuffiamo verso la vallaccia. Scendendo il pendio migliore. La prima parte di discesa è sicuramente la più emzionante visto che poi la valle spiana e si tratterà di cercare di procedere spingendo il meno possibile sulle racchette. Guadagnato il fondovalle arriviamo a un ponte che oltrepassiamo e in leggera salita giungiamo ad una malga.
Qui la strada, spesso battuta, riprende in discesa e ci conduce facilmente alle Case di Vallaccia (qui chi volesse può ripellare fino al monte della Neve, vedi itinerario 2) e al Ponte del Rez. Sopra il tunnel passa il sentiero estivo che seguiamo e porta verso i prati della Colombina che risaliamo. Giunti a mezza costa, lungo i pendii dei fuoripista dagli impianti del monte Sponda, procediamo tra prati e baite senza una vera traccia, puntando verso il passo Eira e le piste che lo precedono. Una volta raggiunto possiamo scendere a Livigno seguendo le piste oppure prendendo, per chi li conoscesse, dei fuoripista nel bosco.
Rivivi le emozioni delle precedenti edizioni
Ski Trab, insieme ai CAI, alle Guide Alpine e a tutto il comprensorio dell’Alta Valtellina, è promoter della Traversata Skialp Bormio-Livigno, con l’obiettivo di scoprire aree poco battute ma ad alto livello panoramico, all’interno di un comprensorio unico al mondo con oltre 350 itinerari di skialp raccolti sul territorio dell’Alta Valle.
Valli come Cardonè, Val Lia, Val Verva, Valdidentro, Val Vezzola hanno un fascino particolare pur non essendo tanto battute: ecco il nostro obiettivo, far scoprire nuovi versanti dell’Alta Valtellina!
Siamo un gruppo di appassionati skialper e del territorio dell’Alta Valtellina: ti invitiamo a visitare il nostro territorio, attraversandolo sci ai piedi, in bici oppure semplicemente passeggiando.
Quest’anno, il 17 Marzo, diversi gruppetti organizzeranno la propria traversata con le pelli e nel pomeriggio ci ritroveremo per la consegna dei gadget e rinfresco offerto alla CORTE SKI TRAB!
È necessaria la prenotazione on-line dalla sezione "Registrati": tutti gli iscritti avranno diritto ad un gadget ed al rinfresco. Nel pomeriggio proietteremo le migliori foto raccolte quel giorno (a proposito, non dimenticarti di mandarci le tue più belle e la traccia .gpx!) e sarà una giornata di festa!
Se vuoi essere accompagnato da una Guida Alpina, per uno o due giorni, registrati qui sul sito e selezione l'opzione Guida (ad un costo a giornata di 70 €); se vuoi maggiori informazioni, contatta direttamente info@guidebormio.com
Vi ricordiamo che siamo in un ambiente di alta montagna dove serve una buona preparazione, attrezzatura adeguata e soprattutto capacità di valutare i pericoli dati dalle condizioni ambientali e dal manto nevoso.
Ti aspettiamo!
Il confine dell'Alta Valtellina, situata nel cuore delle Alpi, è segnato a Nord dalle montagne che dividono la Valle dal confine Elvetico e dall’Alto Adige, con le vette a protezione dell’Ortles a segnare il confine, a Nord-Est si estende uno dei comprensori unici al Mondo come la Valle dei Forni con le sue famose Tredici Cime (oltre al rinomato Gran Zebrù) a creare un anfiteatro glaciologico tra i più battuti con le pelli in primavera. Il confine Nord-Ovest, spartiacque tra la Valtellina, Livigno e la bassa Engadina, meno noto ma non meno di valore, è tutto al cospetto della Cima Piazzi e delle cime che circondano la Val Viola.
È proprio qui che vogliamo accompagnarvi in un viaggio mozzafiato, seguendo pendii dolci ma con la possibilità di varianti ad alto contenuto tecnico!